Sicilian Poetry |
Domenico Tempio (1750-1821) |
Nacque il 22 agosto
1750 da Giuseppe, mercante di legna, e da Apollonia Arcidiacono. Terzo di sette figli, era
stato destinato al sacerdozio e, a tale scopo, entrò nel seminario arcivescovile, che era
a quel tempo la pi importante scuola della città. Ne usci all'età
di 23 anni, nel 1773, e il padre, vista fallita la vocazione sacerdotale del figlio,
avrebbe voluto avviarlo alla professione forense, ma anche questo tentativo falli, perchè
il giovane Domenico prefer proseguire nella strada degli studi umanistici. |
Dominico was born on 22 August, 1750, in Catania, the son of Giuseppe Tempio, a lumber merchant, and Apollonia Arcidiacono. The third of seven children, he was destined for the priesthood by his father. He entered the archdiocesan seminary, which at the time was the most important school in the city. In 1773, at the age of 23, he left the seminary. His father then set him on the path to a career in law, but this attempt also failed because the young Demenico preferred the study of the humanities. |
Tradusse alcuni classici latini (Livio, Orazio, Tacito, Virgilio), e lesse attentamente Machiavelli e Guicciardini, insieme coi maggiori poeti italiani da Dante fino ai suoi contemporanei. Ma è da rilevare anche la particolare attenzione dedicata ad alcuni tra i più discussi rappresentanti della cultura francese. Domenico Tempio è da considerare il maggiore poeta riformatore siciliano, la cui voce si leva contemporaneamente a quella del Parini in Lombardia. Egli fu ammirato e lodato dai suoi contemporanei, ma dopo la morte la sua opera fu quasi dimenticata, tranne alcuni componimenti di carattere licenzioso che, pubblicati alla macchia, gli diedero ingiusta fama di poeta pornografico. Con la ripresa degli studi sul Settecento siciliano, dopo la seconda guerra mondiale, anche l'opera del Tempio è stata rivalutata e sottoposta a un serio esame critico. L'educazione del Tempio, come s'è visto, era fondata sulla base di uno schietto illuminismo con una forte componente classicistica. La sua lingua (tranne qualche rara eccezione) è quella siciliana, e conferma una lunga tradizione di autonomia linguistica e letteraria che, dal volgare siculo, si estende fin quasi ai nostri giorni. L'opera maggiore di Domenico Tempio è il poema La Caristia (in venti canti e in quartine di settenari), dove il poeta descrive i tumulti popolari cui diede luogo, a Catania, la carestia del 1797-98. L'impulso naturalistico impresso alla cultura siciliana dal Tempio tra Sette e Ottocento attenuerà le risonanze romantiche nella Sicilia greca e determinerà, sullo stesso piano morale e nello stesso ambiente catanese, la ripresa veristica di fine secolo. Extracts from: Enciclopedia di Catania - Tringale Editore - Cronache parlamentari siciliane |
He translated some Latin classics (Livio, Orazio, Tacito, Virgilio), and carefully read
Machiavelli and Guicciardini, together with the major italian poets from Dante to his contemporaries. He also gave particular attention to some of the most discussed representatives of french culture. Domenico Tempio deserves consideration as the major poetic voice in Sicilian reform, contemporaneous with that of Parini in Lombardy. He was admired and praised by his contemporaries, although after his death his work was almost forgotten, except for some licentious pieces, published in pirate editions, which gave him unjust notoriety as a pornographic poet. With the renewal of study of the sicilian seventeen hundreds after the second world war, the work of Tempio has also been revalued and supports a serious critical examination. As we have seen, the education of Tempio was based on a genuine enlightenment accompanied by a strong classical component. His language (with only rare exceptions) was Sicilian, and serves to confirm a long tradition of an autonomous language and literature which, from vulgar or popular Sikel, extends almost up to our times. L'opera maggiore di Domenico Tempio è il poema La Caristia (in venti canti e in quartine di settenari), dove il poeta descrive i tumulti popolari cui diede luogo, a Catania, la carestia del 1797-98. L'impulso naturalistico impresso alla cultura siciliana dal Tempio tra Sette e Ottocento attenuerà le risonanze romantiche nella Sicilia greca e determinerà, sullo stesso piano morale e nello stesso ambiente catanese, la ripresa veristica di fine secolo. Extracts from: Enciclopedia di Catania - Tringale Editore - Cronache parlamentari siciliane |
Here's an example of his poetry also copied from the Enciclopedia di Catania, together with my own translation into english. |
Iu in una gaggia mia Un cardidduzzu avìa, Chi cuntinuu satava Senza queti, e riposu Circannu libertà. Tu si assurtatu, Cardidduzzu, e non vidi La tua felicità. Tu non hai dica D'abbuscarti la spisa; Mangi, e bivi, e non fai nudda fatica. Chista stissa prigiuni, Da cui cerchi a vuluni Scappari, ti fa esenti tutti l'uri, Di crudi Cacciaturi, E di l'artigghj feri Di nigghj, e di sparveri....O libertati! (Pari, chi a mia dicissi) o quantu è cara La bella Libertà! Matri natura Non putìa fari a nui Donu chiù preziusu, o darni chiui. Mossu dunchi a pietà Cci dugnu libertà. Sferra, vola cuntenti all'ariu apertu; Ma lunga prigiunia lu fa inespertu. Vurrìa in autu vulari, e chiù s'abbassa; Vurrìa iri luntanu, e non s'arrassa; E chiù supra di l'ali Sustinirsi non po; casca, e si trova Ntra li granfi d'un gattu, ch'osservannu Sta sua scappata lu jia cuccìannu. Miseru cardidduzzu In vidirsi azziccati L'ugna a la panza, e li scagghiuni in testa, Grida, ma invanu: O libertà funesta! |
In a cage of mine I had a little goldfinch That continually darted Without ceasing, and resting Seeking freedom. You are fortunate, Little goldfinch, and you don't see Your happy condition. You don't have need To earn your way; You eat, and drink, and do no work. This same prison, From which you try hard To escape, keeps you safe at all hours, From cruel hunters, And from wild beasts From the kite, and the hawk.... Oh freedom! (It seems, you would say to me) Oh how lovely That beautiful freedom! Mother nature Could not have made A more precious gift, or given us more. Moved therfore to pity I give you freedom. Free, he flies happily in the open air; But the long imprisonment made him careless. He wanted to fly higher, and descended more; He wanted to go far, and could not; And higher his wings Could not support him In the grasp of a cat, upon observing His escape went in pursuit. The poor little goldfinch Seeing himself attacked Claws at the belly, and teeth at rhe head, He screamed, but in vain: Oh deadly freedom! translated by Arthur V. Dieli |
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